La fiction, passata in Rai pochi giorni fa, è davvero ben fatta. Se siete da quelle parti, non mancate! Qui sotto, il comunicato stampa ufficiale.

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TRIESTE – Sarà un evento cinematografico, ma anche un’occasione emozionante per stringersi intorno a un protagonista del nostro tempo, Franco Basaglia, proprio nella città in cui maturo’ la grande riforma della legge italiana per la salute mentale:  venerdì 12 febbraio, al Cinema Ariston di Trieste (ore 20.30), è in programma  la proiezione pubblica del film “C’era una volta la città dei matti”, dedicato a Franco Basaglia, miniserie in due puntate diretta dal regista Marco Turco, che si presenta domani in anteprima al festival di Bari.

Alla proiezione di Trieste saranno presenti il regista Marco Turco e il protagonista Fabrizio Gifuni. La fiction, in onda su Raiuno domenica 7 e lunedì 8 febbraio, è stata girata nei mesi scorsi fra Gorizia e Trieste, proprio nei luoghi in cui Franco Basaglia operò dal 1971 fino alla riforma della normativa nazionale sul disagio mentale e all’approvazione della legge 180, che scardino’ in Italia la logica e la pratica dei manicomi.

La presentazione di Trieste è promossa nell’ambito dell’ incontro internazionale “Trieste 2010: che cos’e’ ‘Salute Mentale’?”, promosso dal Dipartimento di Salute Mentale di Trieste e articolato in dialoghi, colloqui, letture magistrali e dibattiti, proiezioni, spettacoli e percorsi espositivi, per una straordinaria occasione di confronto sulla salute mentale in un mondo che ogni giorno impone nuovi “steccati”, umani e sociali.

Info: www.trieste2010.net e www.triestesalutementale.it.

“C’era una volta la città dei matti”, una produzione di Rai Fiction realizzata da Claudia Mori per Ciao ragazzi, prende le mosse a Gorizia, all’inizio degli anni ’60, quando, a Gorizia approda un giovane psichiatra ribelle, emarginato dal mondo accademico, capace di accendere quella scintilla che avrebbe provocato un incendio impensabile, fino a qualche anno prima … Affianca Fabrizio Gifuni, nel ruolo di Franco Basaglia, l’attrice Vittoria Puccini che interpreta Margherita, ricoverata ragazzina dalla madre nell’ospedale psichiatrico. Dove si trasforma, da fanciulla piena di vita e curiosità in una creatura ribelle e ingovernabile, tenuta in gabbia come una bestia feroce… E ci sono Branko Djuric nel ruolo di Boris, legato a un letto per quindici anni, Michela Cescon nel personaggio dell’infermiera Nives, e molti altri interpreti come Vitaliano Trevisan, Toni Bertorelli, Riccardo Maranzana, Sandra Toffolatti, Giorgio Amodeo.

«La prima volta che entrai all’ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste – spiega il regista, Marco Turco – sapevo che mi stavo mettendo su una strada lunga e difficile, ma non avevo idea del mondo in cui sarei entrato. Sapevo che i nostri consulenti, primo fra tutti Peppe Dell’Acqua, direttore del distretto di salute mentale di Trieste, mi avrebbero aiutato a conoscere la storia dell’esperienza basagliana, mi avrebbero messo a disposizione tutti i loro materiali i loro ricordi, ponendomi nella condizione migliore per ricostruire quella storia, ma mentre camminavo per i viali di quello che era considerato un manicomio modello, mi continuavo a domandare: “Come farò a mettere in scena la malattia mentale? Come farò, attraverso la finzione, a restituire la verità di quelle persone che hanno passato la vita qua dentro?” .

Poi mi resi conto che proprio l’esperienza basagliana mi offriva una risposta. L’unica strada era quella di stare con i pazienti, di conoscerli, di parlarci, di ascoltarli anche quando le cose che mi dicevano erano incomprensibili, anche quando cercavo di spingerli a ricordare com’era il manicomio prima che arrivasse Franco Basaglia suscitando in loro malinconia, rabbia o confusione.  I racconti delle loro sofferenze, delle torture subite: gli elettrochoc,  le contenzioni,  le umiliazioni, andavano oltre la ricostruzione storica di quegli avvenimenti, entravano nel personale, nell’intimità e questo dava loro quella concretezza che io ero tenuto a ricostruire attraverso la finzione.  Questo è stato il leit-motiv di tutta la lavorazione del film: restituire la verità di quella vicenda».

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1 Comment

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  1. 1
    caterina

    buongiorno ho visto la fiction sulla rai del film (c'era una volta la citta deio matti) ed è stato un bellissimo film volevo chiedere c'è il dvd in vendita ?

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