Interpretare un personaggio. Talento, carisma, glamour. Cinema. Sicuramente divismo. Un fenomeno mai esaurito, a torto o ragione, sulla scia del celebre divo del muto Rodolfo Valentino.

Una Giuria di critici cinematografici assegna ogni anno le statuette d’oro, raffiguranti Valentino nel ruolo del Figlio dello Sceicco, ad attrici, attori e registi che per carisma e talento abbiano raggiunto, come Valentino, i vertici del successo internazionale.

Istituito e realizzato nel 1972 in Puglia, paese natio del celebre attore, il Premio Rodolfo Valentino, in occasione del suo decennale nel 1982 fu trasferito a Los Angeles. Nel 1996 è stato riportato in Europa con edizioni a Berlino, Parigi, Londra, Madrid e Roma. Nel 2002 è arrivato in Brasile. E dal 2003 di nuovo in Italia.  La premiazione dell’Edizione 2010 si terrà a Poltu Quatu in Sardegna il 4 luglio.

In occasione dell’annuale consegna dei premi, circa mille esclusivi invitati, tra le personalità del mondo della cultura, della finanza, della politica e dello spettacolo, prendono parte ad un gala di beneficenza. Una manifestazione internazionale del Cinema italiano  dal carattere puramente culturale, senza fini di lucro ed attenta ai  temi della solidarietà. Anche se la carrellata dei vip si perde a vista d’occhio: da Meryl Streep ed Andy Garcia, quest’anno candidati al premio. Il galà di beneficenza a favore di Telethon sarà condotta da Carlo Conti e Claudia Gerini e trasmessa in diretta su Raiuno e su Rai International.

A parte alcune immancabili critiche sul contesto smeraldino blindato (perlopiù da parte dei “sardisti”) è bene ricordare il personaggio e le polemiche che da anni ruotano su esso. In origine Rodolfo Alfonso Pietro Filiberto Raffaello Guglielmi , il divo del muto, nato a Castellaneta nel 1895, morì a  New York nel 1926.  Come rigurgiti ogni tanto si apre il sipario sulle motivazioni per cui le sue spoglie siano in America e non in Puglia.

Così come veloce e fulminea è stata negli anni passati la considerazione di come si possa passare da latin lover e sex symbol ad autentica icona gay. I siti, le biografie e i fan si sprecano sull’argomento, rinnovando così, a torto o ragione, la fama e il divismo di un attore ricordato forse più per la sua straordinaria bellezza e fascino piuttosto che i meriti interpretativi.

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