STORIA DI UN NUMERO UNO

Come nel precedente X Men First Class, la Marvel prosegue con il filone golden age del fumetto americano.

La Capmania contaggia tutti, persino Sebastian Stan che manda il suo provino per il ruolo di Steve Rogers e i produttori ne sono talmente entusiasti  da proporgli il ruolo di Bucky Burnes, rivisitato appositamente per lui.

Lo scetticismo sul filone narrativo cade dopo i primi frame del film. Siamo, infatti, ai giorni nostri e i super indaffarati agenti dello SHIELD trovano i resti di un fantomatico velivolo.

1941, seconda guerra mondiale…ehm seconda guerra Marvel mondiale, ed un giovane e gracile Steve Rogers, inorridito dalle azioni naziste in Europa cerca di arruolarsi nell’esercito senza risultati. Dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto il dottor Abraham Erskine, uno dei principali artefici del progetto Rebirth, l’esperimento che porterà alla creazione del Super Soldato dà a Steve una seconda possibilità “le guerre non si vincono con il soldato perfetto ma con uomini virtuosi”.

La Marvel crea il personaggio di Cap, con il preciso intento di svolgere opera di propaganda, a favore dell’intervento degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale e, nel film, la carriera di Steve Rogers inizia come icona si divulgazione dello spirito americano, finchè autonomamente decide di staccarsi da questo ruolo per intervenire in soccorso delle truppe in difficoltà, comincia cosi la sua carriera di Capitano.

Oltre a Steve Rogers anche Johann Schmidt, brillante scienziato nazista con cui Erskine era stato costretto a collaborare, aveva testato l’efficacia del campione del Progetto Rebirth su se stesso, ottenendo il promesso irrobustimento fisico ma anche un’inquietante deformità, e soprattutto un’esasperazione delle proprie aspirazioni dominanti.

Forte di un misterioso innaturale oggetto (forse il cubo cosmico?), in grado di garantirgli una potenza bellica impossibile da affrontare con i metodi tradizionali, l’HYDRA diventa  più temibile dello stesso Hitler.

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Ogni guerra ha le proprie perdite ed in questa la più sentita è sicuramente la morte di Bucky che è stato più di un fratello-protettore per il CAP, anche se i Marvelmaniaci sanno che…

Unico appunto: il 3D toglie  alla pellicola un pò del suo sapore vintage.

Magistrale l’interpretazione di Stanley Tucci, che rende giustizia al cuore di uno scienziato tedesco messo sotto pressione dal regime nazista per il suo lavoro; lui ha infatti creato il siero del supersoldato e i nazisti cercano di spingerlo ad usare il siero sul suo popolo ma Erskine si rifiuta, arriva in America e mette la sua scoperta al servizio del bene.

Hugo Weaving (Teschio Rosso) ha passato 15 ore per l’applicazione delle protesi durante le riprese e, nonostante la maschera, la sua abilità attoriale ha fatto di lui il personaggio più espressivo del film.

Chis Evans…beh lui è Capitan America!!!

FOR FAN ONLY

Lo scudo di Capitan America non fu creato da Howard Stark ma da Myron MacLain, giovane scienziato americano esperto di metallurgia. Fu talmente casuale la miscela degli elementi che lo costituiscono (vibranio ed adamantio) che questo tipo di lega non venne mai più riprodotta.

Quando il criminale Molecola esaminò lo scudo di Capitan America, il martello di Thor, la tavola di Silver Surfer…egli descrisse  le molecole dello scudo come le più “stravaganti”.

Che la Universal punti molto sul Capitano degli americani si capisce dalla grande pubblicità che gli sta facendo negli States. Visitando gli Universal Studios di Los Angeles, infatti, si respira a pieni polmoni il profumo del primo vendicatore sin dall’entrata: gadget, foto, caschi ma soprattutto tanti, troppi scudi.

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