La Cage Aux Folles. Perché sono come sono.

La Cage Aux Folles (ovvero la Gabbia Dei Matti) è un locale della Costa Azzurra per clientele dal palato raffinato; ogni sera, il programma prevede le audaci esibizioni delle Cagettes, un corpo di ballo di travestiti in grado di ammaliare chiunque. Tra piume, ombretti e mascara, ogni notte si fa largo l’indiscusso talento della magnifica Zazà, al secolo Albin.

Albin è il compagno di Renato, il gestore del locale. La loro vita scorre tranquilla tra lustrini, paillette e complementi d’arredo che tentano di rivoluzionare l’idea di kitsch. Come ogni coppia, anche i due protagonisti incontrano, nella loro relazione, le difficoltà della vita insieme, tentando di superarle con ironia e romanticismo sino al giorno in cui, a turbare la quiete, arriva una notizia inattesa: Laurent, il figlio di Renato nato da una fugace avventura eterosessuale con una ballerina, ha deciso di sposarsi. Nessun problema se non fosse che la promessa sposa è figlia nientedimeno che del leader del partito per la morale.

Come fare per conciliare la movimentata vita dei genitori e la loro appariscenza, con il desiderio di convolare a nozze con l’amore di una vita?

Laurent sceglie la soluzione più ovvia, la peggiore: modificare la realtà nascondendo la vera natura dei suoi genitori. Albin non sarà presente all’incontro e le apparenze saranno salve.
Questa scelta genererà una serie di fraintendimenti, rivelazioni e travestimenti.
Sino all’inaspettato finale.

La Cage Aux Folles è un musical americano del 1983 di Jerry Herman e Harvey Fierstein. Adattamento dell’omonima opera teatrale francese di Jean Poiret del 1973 dalla quale era stato tratto nel 1979 il film “Il Vizietto” con Ugo Tognazzi e Michel Serrault.

Colonna sonora indimenticabile è “I am what I am” di cui è celebre l’interpretazione di Gloria Gaynor.

Riadattato per il pubblico italiano e nonostante vent’anni di presenza sui palchi di tutto il mondo, lo show non mostra neppure un cedimento.

Sul palco troviamo, infatti, un cast affiatatissimo: Massimo Ghini nei panni di Albin e Cesare Bocci nei panni di Renato sembrano nati per interpretare i rispettivi ruoli, raccontando la storia con una delicatezza ed ironia rare. Emozionano, fanno sorridere e trattenere il fiato, recitano, cantano e danzano. Pare di essere a Broadway.
Applausi ad entrambi.

Fanno da cornice tutt’altro che di secondaria importanza, i personaggi secondari: Cristian Ruiz nei panni di Laurent, Crescenza Guarnieri e Gloria Miele in quelli rispettivamente dell’Onorevole Sant’Ann de Que, e di Jacqueline.
Nota di merito per il bravissimo Russel Russel, dire che la sua è una comicità innata è non rendergli il giusto merito. Quando entra in scena Jacob la risata è assicurata.

La regia di Massimo Romeo Piparo è frizzante ed ironica ma anche attenta a sottolineare i momenti lirici dello spettacolo, passano due ore e non ce ne si accorge.
Le trovate registiche sono azzeccatissime ed uno spiazzato pubblico diventa protagonista delle vicende che vanno in scena sul palco della Cage Aux Folles, davanti e dietro al sipario.

Non da ultimo il corpo di ballo, filo conduttore della storia, che trascina lo spettatore in un mondo fatto di seduzione, mistero e meraviglia.

Le scenografie ed i costumi non deludono e fanno da cornice perfetta alle vicende.

Last but not least, l’orchestra del vivo arriva inaspettata e non delude, peccato sia presente soltanto nelle date di Roma (affrettatevi!).

L’illusione è completa, si va in scena.

Questa Cage Aux Folles stupisce e meraviglia, regalando non solo un momento di intrattenimento e puro divertimento, ma spingendo anche a riflettere.
Sul palco si parla di amore, di rispetto, di pregiudizi: mai spettacolo fu così, ahimè, attuale.

Questo è il mio mondo, e ci voglio un pizzico di orgoglio; il mio mondo, e non un posto in cui io debba nascondermi. La vita non vale nulla sino a che non riesci a dire: “Ehi mondo, io sono quello che sono!”.

Canta così Albin, nel momento in cui si rende conto di voler essere orgoglioso di quello che è, di non voler nascondere la propria identità, il suo vero essere, agli occhi del mondo come invece vorrebbe la morale. Lo fa con una malinconia che commuove.
Ed è proprio questo il messaggio che si ricorda uscendo: guardare chi si nasconde oltre le paillette reali o metaforiche che siano, andare oltre. Perché forse i matti, non sono quelli rinchiusi dentro la gabbia, ma quelli che da fuori osservano stupiti il variopinto mondo che vi è rinchiuso.

Grazie al cielo esiste un musical che ce lo ricorda.

La Cage Aux Folles sarà in scena a Roma al Teatro Sistina sino al 18 Dicembre 2011, poi si sposterà nei teatri di tutte Italia, le date sono disponibili sul sito ufficiale del musical.

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