Bisogna amare la musica per dirigere un film sulla musica? Forse no, però sicuramente essere il canale per farla (ri)vivere e Richard Curtis porta sugli schermi una nave piena di musica e vitalità, grazie anche ad un cast carismatico e magnetico. Bisogna comunque amare la musica per immedesimarsi nei protagonisti del film. Una commedia d’ensemble con una forza narrativa ben salda, con la giusta leggerezza ed ironia anglosassone. Philip Seymour Hoffman e Kennet Branagh rispettivamente nelle parti del “conte”dj e del fanatico ministro inquisitore sono straordinariamente divertenti e divertiti, affiancati da Bill Nighy, Rhys Ifans, Nick Frost,Tom Sturridge e tutti gli altri.
Era il 1966. Il pop britannico stava vivendo il momento clou ma la BBC trasmetteva soltanto 2 ore di rock and roll alla settimana. Da una sbilenca e coloratissima nave al largo della Gran Bretagna, una radio privata trasmetteva ininterrottamente rock e pop. E 25 milioni di persone – più di metà della popolazione britannica – ascoltava questi “pirati”, di nascosto, fra le lenzuola, nei salotti, sul lavoro.
La storia scritta e diretta da Richard Curtis (Quattro matrimoni e un funerale, Notting Hill, Love Actually ) descrive un anno di avventurosa esperienza di alcuni speaker radiofonici degli anni’60 ed altri personaggi -chiave a bordo di una nave, l’ emittente Radio Rock. La trama è vivace e sorprendentemente leggera: Carl (Tom Sturridge) viene spedito dalla eccentrica madre presso il suo padrino Quentin (Bill Nighy), con la speranza che “maturi”, in realtà alla ricerca di una figura paterna. Ma Quentin è il capitano di Radio Rock, con a bordo un equipaggio di DJ di rock ‘n’ roll, capeggiati da un americano soprannominato The Count , un Dio delle frequenze in FM e assolutamente pazzo per la musica, ed altri trasgressivi ed eclettici colleghi. Pieno di sentimento, intriso d’amore e desiderio per le donne che scarseggiano, per la ricerca della verità ma soprattutto per la musica, la storia trasmette ingenuamente un unico banale messaggio: la musica non muore mai e ci sarà sempre qualcuno pronto a salvarla..seppur spinto da motivi non propriamente nobili e genuini come potrebbero essere quelli dei semplici e genuini ascoltatori.
E’ anche un “festival vintage” della musica di quegli anni con “Jumpin’ Jack Flash” e “Let’s Spend The Night Together” dei Rolling Stones, i Kinks con”All Day and All of the Night”), gli Who, Jimi Hendrix , la splendida “So Long, Marianne” di Leonard Cohen, The Supremes e Sandie Shaw. Alcune scene sono un tributo ai Beatles (Tutti per uno), ai film corali come Mash o Animal House mentre la colonna sonora comprenderà 40 canzoni usate in I love Radio Rock. Il cantante, tre volte vincitore del premio Brit, Duffy ha registrato per il film una versione di “Stay With Me Baby”(per una delle scene più melense-struggenti ma al tempo stesso ironiche del film).
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I Love Radio Rock, tratto da una storia realmente accaduta, è una sorta di caricatura dei veri protagonisti di Radio Caroline, una delle emittenti pirata che, insieme a Radio Veronica e Merkur, fu una pioniera negli anni ’60 e che subì (come accade nel film)un grave incidente nella Manica e si arenò. Rimase per qualche anno ferma poi dal ’74 al ’82 riprese le sue trasmissioni “illegali” fino a quando il governo britannico non decise di porre fine alla storica stazione applicando le severe leggi del Parlamento. A questo proposito un interessante libro sulle stazioni illegalmente libere è “Radio Pirata” del giovane Andrea Borgnino (edito da Persiani) che, da sempre appassionato di questo argomento, sviluppa un percorso dalla nascita delle radio pirata e da voce a chi pratica tutt’oggi questo pericoloso hobby. Pare che il fenomeno continui e che solamente a Londra e dintorni ci siano attualmente oltre 150 stazioni pirata. Come a dire che la musica, quella libera, non sottoposta alla dura legge di commercializzazione, non muore mai.
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